Acciaio, UE: Dazi anti-dumping definitivi sull’anticorrosione originario della Cina. L’inchiesta conferma che i produttori cinesi praticano il dumping del prodotto sul mercato dell’UE. Questa conclusione aveva già portato all’imposizione di dazi provvisori ad agosto 2017: nei prossimi 5 anni varieranno dal 17,2% al 27,9%.
Le misure adottate contrastano la pressione al ribasso sui prezzi di vendita, fonte di problemi finanziari per i produttori dell’UE basati principalmente in Belgio, Francia, Polonia e Paesi Bassi. L’industria siderurgica è fondamentale per l’economia dell’Unione, occupa una posizione centrale nelle catene globali del valore e impiega centinaia di migliaia di cittadini europei. Negli ultimi anni l’eccedenza di capacità produttiva di acciaio a livello mondiale ha fatto calare i prezzi a livelli insostenibili, con ripercussioni dannose sul settore, sulle industrie collegate e sull’occupazione. L’UE sta quindi sfruttando tutte le potenzialità dei suoi strumenti di difesa commerciale per garantire ai suoi produttori condizioni di parità e la capacità di mantenere posti di lavoro nel settore.
L’acciaio anticorrosione è utilizzato principalmente nell’industria edilizia, per l’ingegneria meccanica, nella produzione di tubi saldati e nella fabbricazione di elettrodomestici. Il valore del mercato dell’UE di questo prodotto è stimato in 4,6 miliardi di euro e la quota di prodotto originario della Cina è del 20%.
Attualmente sono in vigore 53 misure sui prodotti siderurgici, di cui 27 su quelli originari della Cina. A marzo 2016 la Commissione ha pubblicato una comunicazione che illustrava le misure a sostegno della competitività dell’industria siderurgica dell’UE; un maggiore utilizzo degli strumenti di difesa commerciale era uno dei pilastri della strategia.
La Commissione ha anche partecipato al Forum mondiale sull’eccesso di capacità produttiva di acciaio, che nel novembre scorso ha approvato un pacchetto di soluzioni strategiche concrete per affrontare la pressante questione dell’eccesso di capacità produttiva globale del settore. Il regolamento è disponibile nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Ma è curioso vedere che mentre l’Ue alza le barriere contro l’export cinese, si trova allo stesso tempo alleata con il paese guidato da Xi Jinping in direzione antitrumpiana. I dazi imposti dagli Usa a gennaio su pannelli solari (30%) e lavatrici (dal 20 al 50%) stanno per scatenare una guerra commerciale. Come scrive ilSole24Ore secondo un dossier aperto dalla Wto, l’UE su spinta della Germania (che è un grande esportatore di pannelli solari), ha inviato agli Usa la richiesta di avviare un confronto sulle compensazioni alle quali ritiene di aver diritto, in base alle regole della World Trade Organization, a causa delle misure restrittive decise da Washington.
La mossa di Bruxelles segue le iniziative già prese da Cina, Taiwan e Corea del Sud, le quali si sono spinte ad accusare in modo esplicito gli Usa di aver violato le regole della Wto.
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