SALEMI – Le reliquie del Beato Giovanni Paolo II arriveranno lunedì (3 giugno) a Salemi. L’arrivo di mattina in chiesa madre, dove rimarranno esposte per l’intera giornata di lunedì. Martedì, invece, saranno esposte – sempre per l’intera giornata – presso la chiesa Maria Ss della Confusione (Convento dei Cappuccini). Un evento che farà di questi due giorni un appuntamento di preghiera e di meditazione e approfondirà la conoscenza di quel Papa che è rimasto nel cuore di tutti, in particolare di milioni di giovani, e ha dato un esempio inimitabile di fede, di umanità e di amore.
Ad accompagnare le reliquie sarà il direttore del Vatican Service News, monsignor Jarek Clelecki. Come mai proprio lui? Perché il luogo dove è nato monsignor Cielick, è Niegowic, un paese vicino a Cracovia, la citta di Wojtyla. Proprio nella parrocchia di questo sacerdote il dottor Karol Wojtyla nel 1948 fece le sue prime esperienze pastorali. Nella chiesa di questa parrocchia spesso il futuro Pontefice pregò davanti all’immagine della Beata Maria Assunta. Il quadro della Madonna Assunta, che era nella parrocchia di Niegowic, alla periferia di Cracovia, dove Karol Wojtyla era vice parroco nel 1948, è, dunque, in pellegrinaggio per le parrocchie d’Europa. Con questa immagine e con le reliquie (si tratta di una ciocca dei capelli di Papa Giovanni Paolo II, conservati dopo un taglio, fatto una settimana prima della morte, il 26 marzo 2005) monsignor Cielick sarà a Salemi come unica tappa della Sicilia occidentale. L’iniziativa a Salemi è dell’associazione culturale “Giovanni Paolo II – Progetti Umanitari”.
«È un privilegio particolare accogliere nella nostra Diocesi una reliquia di Giovanni Paolo II – ha detto il Vescovo monsignor Domenico Mogavero – il Papa che è rimasto nel cuore di tutti. Ciascuno ha una qualche ragione per sentirlo ancora così vicino, soprattutto i giovani ai quali egli ha dimostrato attenzioni e affetto non comuni. I suoi gesti e le sue parole sono stati testimonianza di fede e di coraggio. Ha posto al centro del suo pontificato l’uomo e non ha avuto tentennamenti nel difenderne diritti e dignità tutte le volte che essi venivano violati. Noi siciliani dobbiamo essergli molto grati per il grido di ribellione pronunciato nella Valle dei templi il 9 maggio 1993 contro i mafiosi e le loro nefandezze. Adesso che è nella gloria dei beati gli chiediamo di prendere a cuore la sorte dei nostri giovani, che stanno portando il peso più grave di una crisi che li penalizza perché nega loro un futuro di speranza».
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