UDINE (ITALPRESS) – “L’insufficiente programmazione dei flussi di ingresso per lavoro non stagionale ha contribuito a generare in Italia una consistente sacca di irregolarita’”. La denuncia e’ di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico. A fine 2018 erano calcolati in circa 530mila i non comunitari con permesso di soggiorno non in regola. Tra questi, secondo la stima dell’associazione di categoria, tra i 150 mila e i 200 mila erano impiegati in nero come colf, badanti e baby sitter. E’ quanto e’ emerso nel corso dell’evento “Focus lavoro domestico e regolamentazione dei flussi di ingresso: quale il fabbisogno delle famiglie” organizzato a Udine per presentare il Dossier Statistico Immigrazione 2019 del Centro Studi e Ricerche Idos. Il Dossier attesta che, complessivamente, su oltre 800mila domestici regolari la componente straniera rappresenta quasi il 70% del totale della forza lavoro. Guardando al comparto nella sua complessita’, su circa 2 milioni di domestici impiegati, tra regolari ed in nero, Assindatcolf stima che i non comunitari siano circa 1 milione, 466mila badanti e 528mila colf.
“A fronte di una popolazione che tende sempre piu’ strutturalmente all’invecchiamento – spiega Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf e vice presidente Effe – abbiamo calcolato che nel 2025 la domanda di badanti aumentera’ del 9%. Da qui l’esigenza di avviare una programmazione dei flussi di ingresso di lavoratori non comunitari, che al contrario e’ ferma dal 2011. Assindatcolf stima che servirebbero 60mila nuovi ingressi per lavoro domestico nell’arco dei due prossimi trienni. Oltre a cio’ – prosegue Zini – le Istituzioni non possono far finta di non vedere i circa 200mila non comunitari impiegati nel comparto domestico senza regolare titolo di soggiorno, e quindi anche in nero, che sono gia’ presenti in Italia”.
“Per loro e’ arrivato il momento di trovare una soluzione: la strada puo’ essere quella di una sanatoria specificatamente dedicata ai non comunitari per regolarizzare il loro status giuridico, o quella di una procedura di emersione estesa a tutti gli occupati in nero del settore domestico, stimati – tra italiani e stranieri – in circa 1,2 milioni. Un’operazione che, in ogni caso, sanerebbe non solo gli inadempimenti amministrativi e previdenziali a carico dei datori di lavoro ma, nel caso dei lavoratori stranieri, anche il loro status giuridico irregolare”, conclude Zini.
(ITALPRESS).
sat/com
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