La Rivoluzione di Luglio. Putin firma la legge anti-omosessualità
Mentre il mondo è un Pride, un gay-pride continuo, in Russia si firmano leggi che puniscono la propaganda omosessuale, come se non vi fosse un domani.
Il presidente russo Vladimir Putin ha promulgato una legge che punisce qualsiasi atto di promozione omosessuale in presenza di minori, in quanto discriminatoria per i diritti dell’uomo. In base alla legge, la “propaganda di relazioni sessuali non tradizionali davanti a minori” è punibile con una multa che va dai 4mila ai 5mila rubli. Chi occupa una carica pubblica rischia una multa dai 40 ai 50 rubli (1.000-1.250 euro) mentre chi ha un ruolo nella magistratura è punibile con una multa da 800mila a 1 milione di rubli (19mila-23.400 euro).Gli stranieri sono punibili con una multa fino a 100.000 rubli e possono essere rinchiusi 15 giorni o addirittura espulsi.
I n Russia ,d‘altra parte, fino al 1993 l’omosessualità era considerata reato e solo nel 1998 ha smesso di essere classificata come “malattia mentale”.
La Santa Madre Russia, la nazione dal passato più imprevedibile, con un tempismo perfetto si arresta, mentre nell’altra metà del pianeta ci si impegna a far sì che l’omofobia diventi solo un repertorio di innocui stereotipi a cui pochi imbecilli credono.
San Pietroburgo si prepara alla Rivoluzione di Luglio, ma Putin non si scompone, come se il vento del riconoscimento dei diritti umani , il diritto alla propria identità, si infrangesse sulle pareti rocciose del Caucaso lasciando fuori l’Europa che un po’ imita per poi licenziarla.