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13 Morti a Sampieri, la Croce Rossa lancia grido d’allarme

La località è di quelle turistiche, ma stamattina a Sampieri, nel ragusano, lo scenario era di morte e miseria. Tredici immigrati hanno perso la vita, annegati durante uno sbarco avvenuto stamane. I corpi sono stati recuperati in acqua dalle forze dell’ordine accorse sul posto. Gli extracomunitari sarebbero in tutto circa 250 sulla spiaggia della provincia iblea, nel comune di Scicli. Le vittime sono tutti maschi adulti. Il barcone lungo meno di dieci metri si è arenato a pochi metri dalla spiaggia.

Non cessa il flusso di migranti sulle coste siciliane. Il primato raggiunto dall’isola di Lampedusa negli ultimi anni è stato quasi superato dagli approdi avvenuti nell’arco degli ultimi due mesi lungo le coste di Siracusa, Ragusa e Catania.

Secondo una prima ricostruzione effettuata dagli investigatori, i migranti sono stati presi a cinghiate e costretti a lanciarsi in mare dai due scafisti. A raccontarlo è uno dei bagnini che hanno assistito alla tragedia e che sono intervenuti per soccorrere i naufraghi.

Il Comune di Scicli ha proclamato il lutto cittadino per domani, ma la mente riporta a meno di due mesi fa, quando un altro tragico sbarco si verificò in Sicilia. Era il 10 agosto scorso quando sei migranti morirono sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania.

Dalla Croce Rossa arriva la richiesta di aiuto alle istituzioni. A parlare è Rosario Valastro, Presidente regionale della Croce Rossa Italiana, “per operare in un contesto organizzato, chiediamo che i pubblici poteri, di cui la C.R.I. è per ruolo e con orgoglio ausiliaria, dettino ogni più utile disposizione atta a chiarire i ruoli di tutti gli operatori durante gli sbarchi. I Comitati C.R.I. della Sicilia, consapevoli che il loro ruolo si compone anche di azioni di advocacy, fanno appello all’Assemblea Regionale Siciliana, affinchè approvi una legge sull’immigrazione, che detti una normativa di settore per un’accoglienza seria, rigorosa, trasparente e adeguata a migliorare la condizione di chi si trova in vulnerabilità.

L’approvazione di un’apposita legge – prosegue il presidente – può porre fine a questa fase “emergenziale” che da anni si protrae, può dettare una disciplina organica idonea a definire ruoli e compiti delle fasi dell’accoglienza, aumentare il livello di protezione dei diritti, in tema di assistenza sanitaria e legale, e di sorveglianza sanitaria agli sbarchi, favorire il controllo delle risorse economiche impiegate, implementare azioni positive finalizzate all’inclusione dei migranti, fare tesoro del lavoro in rete fra autorità pubbliche, enti, associazioni ed ONG”.

Vincenzo Barbagallo

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