Weekend al cinema: “Ricatto d’amore” e “La custode di mia sorella”

videocracy_basta_apparire.jpgWEEKEND AL CINEMA                              Il weekend cinematografico propone vicende di altruismo familiare e di egoismo carrieristico, contrappone futuri catastrofici a idealistiche speranze…

videocracy_basta_apparire.jpg Il weekend cinematografico propone vicende di altruismo familiare e di egoismo carrieristico, contrappone futuri catastrofici a idealistiche speranze, frappone osservazioni attualissime sull’omosessualità e sul potere televisivo.

Si comincia (il 3 settembre) da Ricatto d’amore di Anne Fletcher, con un duo ben assortito formato da Sandra Bullock, pezzo grosso e insopportabile di una casa editrice, e dal suo vessato vice Ryan Reynolds, costretti a fingere un fidanzamento per aggirare la scadenza di un visto (lei è canadese). Altri attori: Malin Akerman, Mary Steenburgen e Craig T. Nelson.

Toni più minacciosi in Segnali dal futuro del visionario Alex Proyas con Nicolas Cage e Rose Byrne. S’immagina che in una capsula che ha custodito per 50 anni i disegni incentrati sull’avvenire di alcuni bimbi, ne venga rinvenuto uno con un inquietante codice, che non solo identifica i principali disastri recenti accaduti sul pianeta, ma ne prevede anche altri tre non ancora successi. Evitabili?

Tragedia di stampo personale ne La custode di mia sorella, diretto da Nick Cassavetes. Questione delicata: una ragazzina (Abigail Breslin) cita in giudizio i genitori accusandoli di averla concepita unicamente come donatore compatibile per la sorella malata di leucemia. C’è un’inedita Cameron Diaz con Alec Baldwin, Joan Cusack e Jason  Patric.

L’intramontabile Francesco Maselli raduna un cast impressionante (Fantastichini, Carnelutti, Herlitzka, Foà, Poli, Lionello, Tognazzi, Terzieff, Bruschetta) per un film, Le ombre rosse, che intende riflettere sulle spaccature nella sinistra odierna, traendo spunto dalla storia di un progetto virtuoso promosso da un intellettuale che rischia di implodere prima della diffusione.

Politico è in qualche modo pure Videocracy – Basta apparire, già vittima di una forma di censura (il trailer è stato bandito dalla tv). Il documentario, realizzato dall’italo-svedese Erik Gandini, analizza le cause dell’ascesa di Berlusconi attraverso il proprio dominio mediatico, che ha inciso prima sul costume. È nato il Michael Moore nostrano?

Stesso genere e passione civile similare per L’amore e basta di Stefano Consiglio (con inserti animati di Ursula Ferrara), composto da numerose interviste a coppie gay di breve o lunghissimo corso, femminili e maschili, di tutta Europa. Una ricognizione su integrazione e rapporti nei quali i sentimenti prevalgono su qualsiasi ostacolo.

a cura di Massimo Arciresi

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