Villette all’Epipoli, Legambiente richiede controllo su operato CGA

Gli avvocati di Legambiente hanno inoltrato al Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa (organo di autogoverno della magistratura amministrativa) la richiesta di accertamento sull’operato del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (CGA). La richiesta è firmata dagli avvocati Corrado Giuliano, Nicola Giudice, Antonella Bonanno, Marilena Del Vecchio e Paolo Tuttoilmondo; dall’ing. Roberto De Benedictis, dal prof. Giuseppe Ansaldi ed dal dott. Francesco Licini, periti di Legambiente.

L’iniziativa era stata annunciata nel corso della conferenza stampa del 1 giugno scorso, convocata per commentare la sentenza del CGA (n. 249/2017 del 29 maggio 2017) che, così come richiesto in giudizio da Legambiente, aveva respinto il ricorso e la richiesta risarcitoria di 240 milioni di euro (dichiarata inammissibile) della società AM Group (controllata dalla famiglia Frontino) contro la Soprintendenza di Siracusa e la Regione Siciliana per avere negato il nullaosta per la realizzazione di 71 villette in un’area sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico.

Sono due, in particolare, i casi sui quali gli avvocati di Legambiente chiedono chiarezza, casi che il TAR di Catania aveva risolto rigettando le argomentazioni presentate dai legali della famiglia Frontino.

Il primo riguarda proprio l’appello contro la sentenza del TAR presentato al CGA dalla società Am Group per la costruzione delle 71 villette all’Epipoli. L’appello, secondo Legambiente, si sarebbe potuto chiudere rapidamente con il rigetto del ricorso per la prevalenza dei vincoli paesaggistici ed archeologici sugli interessi costruttivi privati. Il CGA ha invece disposto una consulenza tecnica d’ufficio per quantificare il danno presunto subito da Am Group in seguito al parere negativo della Soprintendenza di Siracusa sul progetto di costruzione delle villette. Nella richiesta di accertamento si avanzano poi forti dubbi sui criteri di scelta del consulente tecnico d’ufficio (CTU), prof. Vincenzo Naso, sulle sue competenze tecnico-professionali (è infatti docente di meccanica, ingegneria aereo spaziale ed energetica) e sulle sue conclusioni peritali.

Il secondo caso riguarda il procedimento promosso dalla società Open Land (sempre del gruppo imprenditoriale Frontino) per il ritardo nel rilascio di un permesso per costruire un centro commerciale in viale Epipoli, in un’area ad alto valore archeologico, permesso dichiarato peraltro illegittimo e ‘sanato’ soltanto da un presunto intervenuto silenzio assenso. Il ricorso al CGA di Open Land ha consentito di riaprire la strada al risarcimento danni milionario e alla nomina, per la quantificazione del danno, del consulente tecnico d’ufficio, dott. Salvatore Pace. Consulente tecnico di cui Legambiente ha chiesto più volte la sostituzione, sia per le erronee valutazioni del merito dei quesiti posti dal CGA, sia perché Pace è stato praticante nello studio del dott. Cirasa, nominato nello stesso giudizio dalla famiglia Frontino per la quantificazione dei presunti danni sofferti.