Vegan, Lucia Pennisi: “La mia scelta contro i pregiudizi”

Seguire una dieta vegana è un percorso sempre più intrapreso da moltissime persone, che hanno scelto di nutrirsi con alimenti privi di origine animale. La scelta vegan, tuttavia, non riguarda solo il cibo. È una scelta totalizzante dettata dall’amore per la natura, di cui gli animali fanno parte, motivo per cui se ne boicotta qualsiasi tipo di sfruttamento. Ne parliamo con Lucia Pennisi, catanese, classe 1981, una laurea in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione presso la Bocconi di Milano e oggi presidente dell’associazione Veg Sicilia.

Presidente, come si è avvicinata al mondo vegan?

«Il percorso verso il veganismo inizia nel 2012, con la visione di tre documentari, ho iniziato con “Home” e “Carne, la verità sconosciuta”, che forniscono informazioni scientifiche sui cambiamenti climatici e il loro legame con l’allevamento di animali; a seguire “Un Equilibrio DELICATO”, dove viene approfondito il legame tra alimentazione e salute umana. Decido in quel momento, senza mai tornare indietro, di non mangiare carne e insaccati e limitare il pesce a sporadiche volte (amavo il sushi, ahimè). Questa scelta è diventata col tempo sempre più importante e si è trasformata in un’esigenza fisica e psichica. Diventa sempre più intensa la visione dei documentari, la partecipazione a seminari relativi alla salute, all’ambiente e alla difesa dei diritti degli animali, e la lettura di libri o articoli relativi ad argomenti affini».

C’è stato un elemento scatenante che ha determinato la “svolta”?

«La lettura del libro The China Study , consigliato da un’amica, ha determinato il processo di svolta: diventare consapevoli di un cambiamento non ancora effettivo! Il corpo e la mente erano sempre ad un punto iniziale, non avevo fatto grandi passi, qualcosa non stava andando perfettamente. Stavo semplicemente seguendo una dieta vegetariana per una scelta etica e ambientale, con addosso la paura che mi trasmettevano in molti (e soprattutto il mio medico curante) in merito all’anemia che mi accompagnava ormai da 10 anni… “Se non mangi carne non potrai assorbire il ferro nel sangue”. Era la frase che più ascoltavo e che più detestavo. Ma la lettura di The China Study, quindi, ed un percorso di autobiologia con quella che per me (e non solo per me) è la guru del veganesimo in Sicilia, Myra Luce Panascia, mi ha condotta alla decisione repentina e irreversibile di non toccare più latte e latticini e derivati animali. Il passo è stato breve, immediato e per niente sofferente».

Anche i suoi familiari l’hanno seguita in questa scelta?

«La mia famiglia pensava fosse l’inizio di una moda, la novità del momento che mi sarebbe comunque passata dopo poco tempo (sono una persona molto curiosa e come tale mi faccio trascinare da tutto ciò che è nuovo, o vecchio, diciamo non ordinario). La mia mamma è passata dal dirmi che nelle creapes da lei preparate c’era soltanto poco prosciutto e quindi potevo mangiarla perche era poca la quantità, al diventare lei stessa una cuoca vegan formidabile (partiva da una buona base di cucina); per arrivare infine agli ultimi due Natali con una tavola piena di scacciate vegane con farine di grani antichi, polpettoni di soia, tortini di quinoa e cavolo nero, insalate di cavolo rosso e barbabietola, noci e frutta a guscio, alimenti che in casa dei miei fino a poco tempo prima non erano ancora arrivati (se non in pochissime quantità). Oggi in famiglia si mangia biologico o perlomeno km0, si scelgono prodotti freschi e sempre meno trasformati, non si mangia carne, si segue un’alimentazione sana e consapevole. I valori del diabete della mamma sono di gran lunga migliorati tali da ridurre la cura farmacologica, e i chili di troppo stanno pian piano andando via definitivamente. Loro non sono vegani, se dobbiamo proprio definirli, li definirei “pesco – vegetariani”, e scelgono con piena coscienza alimenti di qualità. Questa la mia conquista più grande insieme all’abbandono del latte vaccino anche da parte dei miei piccoli e amati nipoti: una conquista ancor più grande del progetto Veg Sicilia».

Mettendo per un attimo da parte la scelta etica, che benefici ha tratto da questo tipo di alimentazione?

«Come dicevo prima, il passo è stato immediato e senza ritorni. Anzi ha determinato un netto miglioramento nella mia condizione di vita: non più influenza, non più intolleranze, non più intestino o colon irritato e irritabile. E quindi come conseguenza non più medicine, farmaci convenzionali, sempre meno medici e tanti giorni in salute da sfruttare al meglio per il progetto che si stava delineando. Una forza interiore che mai aveva caratterizzato la mia vita, o meglio, per una verità cosi importante, visto che fino a quel momento il mio sistema immunitario era molto compromesso: mi ammalavo sempre (famosa la mia influenza nel periodo natalizio tornata in Sicilia per le vacanze), ero vittima di virus intestinali frequenti, di raffreddori, sinusite, colite, e l’elenco continuerebbe all’infinito.. ma smetto perche davvero non ricordo più quegli stati di malessere, che purtroppo oggi sembrano per molti condizioni normali di vita, a cui tutti provvedono con il gastroprotettore da tenere in borsa, l’antidolorifico, il paracetamolo, e dulcis in fundo l’antibiotico. Sembrerò fanatica e forse lo sono, ma l’evidenza scientifica in merito alla correlazione tra alimentazione e salute fisica e mentale dell’essere umano oggi trova terreno fertile e incontrastabile e non ci saranno più dubbi in tal senso».

Molte persone negli ultimi anni hanno sposato la cultura vegana, facendone un vero e proprio stile di vita. Non capita, invece, spesso che si decida di mettersi a disposizione della comunità e operare nel territorio. Ci racconta come è arrivata a fondare Veg Sicilia?

«La forza interiore di cui parlavo prima ha determinato tutto questo. Insieme ad un’amica abbiamo immaginato (spinti dall’entusiasmo di una salute di ferro) come sarebbe stato un mondo dove tutti si potessero cibare di cibo buono, non contaminato, non di derivazione animale, e in una Terra con condizioni climatiche propizie e favorevoli, quale era la Sicilia, dove era possibile coltivare prodotti di qualità e dove era possibile promuovere e diffondere una cultura vegan naturale basata sulla stagionalità di tali prodotti. Iniziamo, a frequentare seminari, convegni sull’agricoltura, incontriamo professori di agraria, medici e nutrizionisti, agricoltori, sociologi, arriviamo ad Abano Terme al Be4eat per conoscere il famosissimo e stimatissimo Colin Campbell (autore di The China Study) e decidiamo, insieme ad altri, di fondare l’associazione Veg Sicilia, che nasce appunto, con lo scopo di promuovere attraverso le tante attività, un’alimentazione sana, naturale, km0 veg ed ecosostenibile. Tra una serie di difficoltà e scelte diverse che la vita ti pone davanti (abbandoni, nuovi incontri e nuove partenze), Veg Sicilia non smette di cercare persone che vogliono ascoltare e diventare sempre più consapevoli, con un nuovo presidente, incontra chef e ricercatori indipendenti, altri medici, bravissimi nutrizionisti, appassionati, e si contorna di persone capaci di ascoltare qualcosa di diverso rispetto a quello che sono abituati a sentire. Comincia così a realizzare corsi, laboratori, seminari, convegni, diventando in meno di un anno, il punto di riferimento della Sicilia dei vegetariani e dei vegani e di coloro che vogliono approcciarsi ad un mondo consapevole, sostenibile e prospero. Veg Sicilia vuole mettere in rete da un lato il consumatore consapevole disposto a cambiare le proprie abitudini alimentari e lo stile di vita, e dall’altro chi produce qualità e fa in modo che la vita migliori per tutti, chi si prodiga per un’agricoltura corretta, pulita, ossia chi in Sicilia sa produrre e proporre qualità: aziende agricole, ristoranti, pizzerie, strutture ricettive, punti di acquisto bio. Inizia la ricerca di Esperti capaci e competenti nel dare le linee guida per una corretta alimentazione, collabora con i medici dell’Asp di Catania nella realizzazione di laboratori formativi dedicati a chi ha già scelto uno stile alimentare vegetariano o vegano».

La consapevolezza è alla base di una scelta di vita che per molti, forse la maggior parte, può apparire radicale e insensata. Come ci si difende dai luoghi comuni e dagli attacchi mediatici?

«In televisione passa un messaggio sbagliato, ossia quello di una scelta quasi esclusivamente etica e non supportata a livello scientifico e nutrizionale, carente soprattutto durante la crescita. In realtà quello che cerchiamo di far capire è che la malnutrizione è una scelta di vita e non una scelta alimentare. Ci sono stati casi di bambini figli di genitori vegani o vegetariani che hanno avuto problemi e sono finiti in ospedale in fin di vita, ma se si va ad indagare caso per caso, si scopre che il problema non era l’alimentazione scelta ma in alcuni casi l’incapacità di realizzare una nutrizione adeguata senza i consigli di un esperto, o altre volte si scopre che i genitori non erano nemmeno vegetariani ma perfettamente onnivori. La stampa marcia moltissimo sull’argomento e vede nella dieta vegan e nella scelta alimentare un estremismo senza fondamento. Ma non ci può essere risposta differente dinnanzi all’estremo consumismo a cui siamo arrivati, mangiamo troppo e mangiamo troppo male. L’unica soluzione è scegliere di mangiare bene ed una scelta vegan equilibrata è sia da un punto di vista nutrizionale sia da un punto di vista ambientale la più appropriata ed efficiente. Il numero di vegani e vegetariani è sempre più elevato, c’è una maggiore attenzione verso l’alimentazione sana e consapevole e tanta voglia di conoscere e scegliere ciò che si mangia. In realtà dire alle persone di cambiare le abitudini alimentari è impresa ardua, perché non è facile riuscire a sradicarsi da abitudini e da esperienze emozionali quali quelle provate dal cibo e dal gusto dello stesso. Tuttavia è anche evidente che i casi di malattie sono nettamente aumentante negli ultimi dieci anni, i casi di tumore, diabete, ipertensione, ictus etc nelle famiglie sono sempre maggiori e dinnanzi a queste evidenze molti cominciano a domandarsi perché succede tutto ciò e vogliono sapere. Questa è una grande rivoluzione che si è innescata spontaneamente, che i media potranno attaccare ancora per poco. E poi amo rispondere in modo ironico a tutti quelli che mi dicono: “Sei vegana? ma dove prendi le proteine?” – “Stai attento io le rubo con la forza del pensiero”».

Dopo Veg Sicilia nasce LABottega Veg. Quali sono gli obiettivi che vi prefiggete di raggiungere con l’apertura di questo “laboratorio”?

«Il 2017 inizia con grande entusiasmo, con l’inaugurazione della sede operativa dell’Associazione Veg Sicilia in Via Umberto 292, LABottega Veg. Un laboratorio di idee, progetti, formazione e luogo di scambio e condivisione. Quella che qualche tempo fa era una macelleria oggi diventa il luogo operativo dell’associazione di vegetariani e vegani. Piccola ma con tanto carattere , si trova in una zona popolosa e popolare. Vera, tipica e tradizionale. Caratteristiche che rispecchiano pienamente l’essenza di Veg Sicilia. LABottega Veg è aperta a tutti coloro i quali vogliono conoscere, informarsi e condividere. Diventa il punto di incontro di quelli che hanno scelto di vivere VEG e di chi questa scelta ancora non riesce a farla. Una Bottega Veg, intesa come laboratorio, al centro di Catania che soddisfa il desiderio di curare l’accoglienza dei soci e di tutti quelli che vorranno trovare un rifugio formativo e informativo di qualità, dove si parlerà di bio, ecosostenibile, di green, di ambiente, oltre che di alimentazione sana e naturale. Corsi di cucina, momenti di scambio con produttori e aziende siciliane, corsi di perfezionamento per professionisti, eventi e degustazioni, sede per gruppi di acquisto solidale, presentazioni e incontri con professionisti…e incontri ludici per bambini con corsi di cucina e laboratori di frutta e verdura, e tantissimo altro ancora».