Regime autonomistico della Regione: più danni che benefici

Il richiamo del Capo dello Stato sul tema corruzione, male oscuro responsabile di seri danni all’economia della Nazione quantificabile in novanta miliardi di Euro all’anno, vuole essere un ulteriore incentivo di responsabile e autorevole spessore mirato a sollecitare, gli organi preposti, ad attivarsi per stroncare questo dilagante fenomeno gestito, in buona misura, da personaggi di rango politico e amministrativo. L’intervento del Presidente Mattarella è stato preceduto, come è noto, dall’approvazione della legge anticorruzione con l’inasprimento delle pene e una più attenta e oculata determinazione per la prevenzione e la lotta, a tutto campo, contro corruttori e corrotti. Ma la corruzione non è la sola piaga perché a questa vanno aggiunti altri mali come l’evasione e l’elusione fiscale e il lavoro nero che, insieme, concorrono a tenere alto il tasso di disagio del paese, ed a porre remore e dilazioni altamente dannose al processo di sviluppo e di ripresa dell’economia.

In questo contesto di non facile gestione perché sorretto da diaboliche dinamiche che riescono ad eludere, con magistrale destrezza, le azioni degli organi di controllo; la Sicilia è particolarmente penalizzata sul piano dell’evasione, rispetto alle altre regioni, per il suo regime autonomistico. Questo particolare e paradossale aspetto che pone su un piano diverso la nostra regione con quelle non autonome, è stato sapientemente trattato dall’editorialista del Giornale di Sicilia Lelio Cusimano in un suo editoriale pubblicato il 14 u.s.. Sull’evasione fiscale in Sicilia, egli mette in evidenza l’aspetto più importante che si riporta testualmente: “in forza dell’autonomia le imposte non vanno allo Stato ma in massima parte alla Regione. Per esemplificare, se un cittadino calabrese non paga le tasse, il relativo buco viene coperto dalla collettività nazionale; se un cittadino siciliano non paga, il “conto” lo pagano solo i siciliani”.

Ed allora: il tanto osannato e decantato regime autonomistico, che fu una conquista quando nacquero le regioni, si è rivelato, alla fine, più dannoso che benefico non solo per l’evasione fiscale, ma soprattutto per come è stato politicamente gestito. Questo deleterio aspetto, che attiene particolarmente alle regioni a statuto speciale, non è sfuggito all’attenzione del Governo centrale, tant’è che nel programma delle riforme da attuare, è prevista la soppressione delle autonomie regionali per il riapproprio dei legittimi poteri.