P.A.: TRASPARENZA; CHINNICI, SERVE ANCHE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE

Regione Sicilia

“La legge 5/2011 e’ una riforma di
ampio respiro che impegna l’amministrazione regionale su
molteplici e differenti fronti, forse ambiziosa nelle sue
variegate finalita’ e che richiede, per certi versi, una vera e
propria rivoluzione culturale”.
Lo ha detto l’assessore regionale per le Autonomi…

Regione Sicilia

“La legge 5/2011 e’ una riforma di
ampio respiro che impegna l’amministrazione regionale su
molteplici e differenti fronti, forse ambiziosa nelle sue
variegate finalita’ e che richiede, per certi versi, una vera e
propria rivoluzione culturale”.
Lo ha detto l’assessore regionale per le Autonomie locali e la
Funzione pubblica, Caterina Chinnici, intervenendo stamattina al
seminario, organizzato a Palermo dal Cerisdi in collaborazione con
il Formez, sull’attuazione della riforma Brunetta nella pubblica
amministrazione siciliana.
“La riforma Brunetta – ha affermato l’assessore nel suo intervento
– ha apportato profonde e significative modifiche alla struttura e
al modo di agire della pubblica amministrazione, perseguendo due
obiettivi fondamentali: la razionalizzazione della spesa pubblica
e l’ottimizzazione della produttivita’, dell’efficienza e della
trasparenza”.

La Regione siciliana, con la legge 5, ha provveduto a recepire i
capisaldi della riforma, ovvero la trasparenza della pubblica
amministrazione, la performance e la valutazione del personale in
base a criteri meritocratici, la semplificazione delle leggi e
delle procedure amministrative, la responsabilita’ dirigenziale
per violazione dei tempi dei procedimenti amministrativi. Sullo
stato di attuazione della legge, l’assessore ha chiarito che il
piu’ rilevante, delicato e difficile impegno che l’amministrazione
regionale sta affrontando e’ quello relativo all’individuazione
dei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi.

“Le nuove regole introdotte – ha spiegato l’assessore – sono di
forte impatto perche’ la norma generale fissa in 30 giorni la
durata massima del procedimento amministrativo, con la previsione
del risarcimento in caso di ritardo. Una durata maggiore potra’
essere prevista solo attraverso una procedura regolamentare,
complessa e articolata. Quindi, se da un lato la legge ha offerto
alle amministrazioni la grande opportunita’ di monitorare e
mappare tutte le procedure di competenza onde calibrare, a seconda
della complessita’ delle stesse, il termine procedimentale
congruo, dall’altro ha richiesto un considerevole impegno agli
uffici, chiamati in alcuni casi per la prima volta all’importante
compito di ricognizione. Da qui la necessita’ di prorogare da 6 a
9 mesi il termine per l’adozione dei regolamenti sui tempi delle
procedure, proroga comunque relativa a questo unico aspetto della
legge”.
fdp/idn
241807 Ott 11 NNNN
(Regione Sicilia)