Monumento ai caduti, tutto pronto per la rivalutazione

Molti catanesi, forse, non sanno che la struttura che da anni ospita writers e skateboards, in realtà è un Monumento ai Caduti.

Il Monumento risponde pienamente ai canoni della  corrente architettonica “decostruttivista”. Essa intende “destrutturare”, sconvolgere e smontare dall’interno ciò che è costruito. Il progetto “Vortice” con cui venne presentata l’opera fu il vincitore del concorso nazionale bandito dal Comune di Catania nel 1971, e fu approvato dalla Sovrintendenza con una nota del 7 aprile del 1979 e con un’altra, successiva, dell’8 agosto 1984.

Forse, però, la costruzione non venne molto apprezzata dai cittadini catanesi.

La rivalutazione

In ogni caso, dopo molti anni, tutto è pronto per una rivalutazione del simbolo del Lungomare di Catania. L’intenzione è quella di salvare il Monumento ai Caduti della città dal degrado di cui è stato vittima fino ad oggi, per renderlo un posto culturalmente vivo e vivibile.

La struttura ospiterà mostre e laboratori e, nell’anfiteatro, concerti e spettacoli. Il monumento sarà aperto ogni giorno dal mercoledì alla domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 20.30. In occasione di concerti e spettacoli l’orario di apertura sarà esteso fino alle 23.50, difatti il monumento dispone di un anfiteatro e fu realizzato negli anni Novanta in piazza del Tricolore su progetto dell’architetto Pino Marino.

“Catania è una delle prime città d’Italia in cui un’associazione non adotta una piazza o un’aiuola, ma addirittura un monumento: sono orgoglioso di questa città che rinasce “, ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco durante la conferenza stampa.

La cerimonia

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, oltre al Sindaco e all’Assessore, l’architetto Renato Basile, presidente del Museo Reba, l’assessore al Bilancio Salvatore Andò, il presidente della Municipalità Enzo Li Causi, il cav. Giuseppe Ferraro, responsabile della Federazione provinciale Combattenti e Reduci di Siracusa – che ha strappato gli applausi del pubblico parlando degli orrori della guerra – e l’architetto Giuseppina Santagati, vedova del progettista del monumento, Pino Marino.