Mafia ed estorsioni ad Altofonte, scattano quattro misure cautelari

I carabinieri di Monreale hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, per Salvatore Raccuglia, indagato in ordine ai reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso ai danni di un imprenditore di Altofonte.

Il fermo è stato convalidato il 18 maggio dal Gip presso il Tribunale di Palermo, il quale ha emesso, su richiesta della stessa Procura Distrettuale, un’ordinanza di custodia cautelare anche a carico di di Salvatore La Barbera, Andrea Di Matteo e Giuseppe Serbino, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei medesimi reati.

L’operazione è frutto di una manovra investigativa sviluppata nei confronti della famiglia mafiosa di Altofonte, che aveva già portato nel marzo del 2016, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Quattropuntozero”, ad azzerare i vertici del mandamento di San Giuseppe Jato e delle dipendenti famiglie mafiose, traendo in arresto, tra gli altri, proprio Di Matteo e Serbino per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione.

Banconote da 20 e 50 euro

I carabinieri hanno documentato la richiesta puntuale ed “amichevole” da parte di La Barbera, emissario del capo famiglia, proprio in prossimità della Pasqua, e la fissazione di un appuntamento per il successivo 15 aprile per il ritiro del contante.

Come concordato nel corso del citato incontro, le telecamere installate dai Carabinieri hanno registrato la conversazione avvenuta nell’ufficio dell’imprenditore con La Barbera, immortalando la consegna delle banconote da 20 e 50 euro, per l’importo complessivo di 500 euro.

Proprio mentre si stava allontanando a bordo della propria autovettura, i carabinieri del Gruppo di Monreale sono intervenuti traendo in arresto La Barbera nella flagranza del reato di estorsione.