L’appello dei Jalisse:”Non siamo meteore, ospitateci a Sanremo”

Vi ricordate dei Jalisse? Sono passati 20 anni da “Fiumi di parole”,

brano con cui vinsero a Sanremo nel 1997.

A  poche settimane della 67° edizione del festival, raggiunti al telefono da Fanpage.it la

band formata da Fabio Ricci e Alessandra Drusian

si appellano a Carlo Conti dopo una campagna online sfociata recentemente

con l’obiettivo di riportare la band sul palco di Sanremo 20 anni dopo.

Fabio Ricci ammette “Da parte nostra c’è stata una totale, sincera e spontanea dimostrazione d’amore

verso il festival e proprio noi abbiamo chiesto a Carlo di essere ammessi, dimostrando molto amore verso

una manifestazione che ci ha fatto conoscere al pubblico”.

Ricci parla poi della vittoria inaspettata con “Fiumi di parole” nel ’97: “Noi siamo arrivati a quel

Sanremo nel 1997 e non c’era un giornalista che voleva farci un’intervista, né un manifesto dei Jalisse attaccato

in giro per la città, e ho pagato l’affissione di 50 manifesti. Poi dopo la prima serata è arrivata la botta di “Fiumi di parole”,

la bellezza di Alessandra, l’orchestra dietro, una grande forza e dinamica del pezzo e i voti sono schizzati in alto”.
“Siamo antidivi, persone tra le persone, che portano un messaggio musicale nel tempo e che non si sono mai

fermate con questo messaggio – spiega Ricci – Io e Alessandra non siamo solo artisti, ma siamo discografici, editori,

manager, abbiamo una piccola etichetta […] Non abbiamo case discografiche o manager che hanno presentato i nostri progetti,

sono andato io personalmente a Roma, e abbiamo presentato la canzone non a Conti ma al Maestro Pirazzoli a cui ho fatto

sentire il materiale che sembrava fosse piaciuto, anche perché per due volte ci ha detto che era un bel progetto, poi le cose

sono andate avanti, ma niente”.

“Prima abbiamo chiesto di andare come concorrenti ora come ospiti, visto che per Cristina D’Avena il popolo ha

fatto la richiesta ed è stata accettata, perché noi no? In fondo la gente che l’ha fatto per noi era gente normale, non un fanclub”.