Installazione sulla multiculturalità a Palermo: patchwork di tappeti

Un progetto di multiculturalità a Palermo una città accogliente per vocazione, storia, cultura, posizione geografica. Stiamo parlando di un’installazione sui profughi inaugurata da Ai Weiwei negli spazi di ZAC, dei cantieri culturali della Zisa.

L’iniziativa

Una piccola iniziativa arrivata lo scorso 12 maggio che porta la firma di Pabo Dilet, nom de plume del giornalista Dario La Rosa (Palermo, 1980) che ha insolitamente scelto di mixare la pratica della parola scritta con un’esigenza creativa personale: arte contemporanea e comunicazione, racchiuse in un’unica vocazione.
Teatro dell’installazione Welcome Carpet è stata la centralissima Piazza Bellini, nel cuore dello storico quartiere arabo della Kalsa. È qui, tra architetture arabo-normanne, chiese barocche, il settecentesco Teatro Bellini e il quattrocentesco Palazzo Pretorio, sede del Comune, che ha preso forma un patchwork di tappeti provenienti dalle case dei palermitani e da quelle dei cittadini stranieri residenti.

Un pavimento temporaneo, calpestabile, ibrido, in cui i tessuti diversi, le decorazioni a contrasto, l’armonia costruita come in un collage o un mosaico, sono diventati metafora di una convivenza necessaria. Virtuosa. Anche se sovente complicata.

Tra i diversi elementi, ad esempio, il tappeto dipinto dai bambini del quartiere multiculturale di Ballarò, un tappeto bianco pronto ad accogliere una nuova storia da raccontare, il tappeto della giovane senegalese che ha sposato un siciliano e che ha scelto di andare in mare per salvare dei migranti, o ancora il tappeto della ragazza rumena che ha dato dei figli a un ragazzo del Bangladesh e che con loro vive a Palermo, trovando la chiave per unire culture, religioni e tradizioni lontanissime.

Decine di biografie, di simboli, di pagine in divenire, affidate a un’immagine semplice con cui lo spazio urbano è cambiato per una manciata di ore: mettere in scena il valore della differenza e azzeccare la formula giusta per trarne bellezza, struttura.