“Cosa fai ad Halloween?” “Schifo”

Il prossimo che mi chiede cosa farò la notte del 31 Ottobre gli mando i Beati Paoli a casa.

Noi in Sicilia, non abbiamo Halloween, abbiamo “I morti” , che si festeggiano il due Novembre.

Per il bambini della trinacria, il giorno della “Commemorazione dei defunti” è anche meglio del Natale.

1 novembre 1989, 6 anni.

Era una notte buia a tempestosa, quando a Palermo a Novembre faceva freddo e quando mia madre per l’ennesima volta:

“Ariannina, vai a dormire che domani mattina arrivano i morti e ti lasciano i regalini ”

“Mammina, ma i morti quelli veramente morti?”, io cominciavo a immaginare la mia casa in versione Zombie Planet.

“Sì, come la nonna Marianna, che ti voleva bene!”, continua mia madre.

“E la nonna Marianna come fa a sapere che voglio il Cicciobello?”, incalzai.

“Perchè lei sa tutto, è sempre con te…”

Comincio a guardarmi intorno, con sospetto, comincio a frignare come non mai. Mi convinco che i fantasmi esistono, in un susseguirsi di pianti isterici e illazioni su eventi che ritenevo impossibili, tipo la sparizione delle caramelle carruba, adesso avevo le prove. Fin quando per darmi pace:

“Ariannina, su dai! Gliel’ho detto io del bambolotto!”

Attimo di silenzio. Rifletto.

“Mammina, quindi tu parli con i morti?”

Fu un anno terribile. Dormii sotto il tavolo per vedere da dove sarebbero entrati a lasciarmi i doni.

Questo che ho raccontato sono certa che potrebbe essere la storia di ogni siciliano doc. Ancora oggi in alcune famiglie la tradizione è viva, solo che al passo con il progresso, al Cicciobello viene sostituito il Nintendo DS e al set di fucili in pura plastica, l’ultima consolle. Una festa dei Morti 2.0 dove la zia Agata morta nel 92, compra i regali su Ebay.

Tuttavia, se questo è ciò che desiderano i bambini d’oggi non c’è che prenderne atto, ma entrare in un panificio e vedere “a pupa cu zuccaru” a forma di Peppa Pig, a questo non ci sto, mi viene voglia di costituirmi parte civile per l’Orlando Furioso.