Bronte, ospedale Castiglione Prestianni a rischio. Sindaci: “La salute non si tocca, Crocetta ci deve ascoltare”

BRONTE – E’ stata un’assemblea consiliare aperta ai Consigli comunali e dei sindaci del versante nord ovest dell’Etna arrabbiata, quella che si è riunita ieri pomeriggio nel Cine teatro comunale di Bronte.

L’assemblea è stata convocata dal presidente del Consiglio comunale di Bronte, Nino Galati, per unire le forze e difendere il territorio dalla nuova rete ospedaliera siciliana, che vede l’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte, relegato a “Presidio di area disagiata” con appena 20 posti di Medicina, una Chirurgia ridotta e un Pronto soccorso.

Alla fine del dibattito i rappresentati dei Comuni presenti all’incontro, hanno deciso di sottoscrivere un documento e chiedere di essere ascoltati dalla Commissione regionale alla Salute, dall’assessore Baldo Gucciardi e dal presidente Rosario Crocetta, affinché l’ospedale “Castiglione Prestianni” venga considerato di montagna e quindi mantenuto di “base”.

“Stanno impoverendo il territorio di tutti i servizi. – ha affermato il presidente del Consiglio comunale di Bronte, Nino Galati – Fino ad oggi ci siamo battuti affinché venissero potenziati i reparti dell’ospedale, oggi scopriamo si intende ridimensionarlo”.

“Dobbiamo agire, ha aggiunto il consigliere di Bronte, Ernesto Di Francesco, presidente della locale commissione sulla Sanità – alzare il livello della protesta e chiedere il completamento dei lavori di ristrutturazione. Sottoscriviamo un documento da inviare a tutti, Ministero della Salute compreso”.

Il nostro ospedale ha dichiarato il consigliere Maria De Luca – si sta trasformando in un semplice Pronto soccorso. Sappiamo che in caso emergenza bisogna andare fuori. Il documento da solo non servirà a nulla, una petizione popolare ci darà forza”.

“Bisognava ha affermato Massimo Castiglione – invitare a questo tavolo i dirigenti dell’Asp e le istituzioni regionali”.

“In questi anni abbiamo difeso l’ospedale strenuamente. ha dichiarato il sindaco di Bronte, Graziano Calanna – Non possiamo immaginare questo territorio senza questo servizio che, a quanto pare le istituzioni regionali e nazionali, fanno a gara per depotenziare. Diversi autorevoli tavoli politici ci hanno promesso il potenziamento della struttura a parole. I fatti hanno dimostrato altro”.

“Dobbiamo smetterla di essere leggeri. – ha aggiunto il consigliere Antonio Petronaci – Nel 2012 abbiamo raccolto 20 mila firme e le abbiamo inviate a tutti. Forse avranno fatto un falò. La Regione deve dichiarare il nostro ospedale di montagna, non di zona disagiata. Mettiamo le spalle al muro chi di dovere”.

“Randazzo ha già vissuto l’esperienza della sottrazione dei servizi. – ha spiegato il consigliere comunale di Randazzo Carmelo Giarrizzo – Anche noi abbiamo avuto autorevoli assicurazione che niente sarebbe stato sottratto ed alla fine non è stato così. I livelli di sicurezza di un cittadino dell’area metropolitana sono maggiori rispetto a noi. Eppure le tasse sono uguali per tutti. È la politica che deve darci risposte e fino ad oggi ci ha preso in giro. L’85% dei posti letto è nell’area metropolitana. Mi chiedo perché”.

“Da 2 anni facciamo incontri simili. – ha replicato il consigliere Carlo Castiglione – Ma mi domando: le parti politiche che oggi sento debbano unirsi, rispetto all’ultimo incontro, cosa hanno fatto? Con chi hanno interloquito?”

“Crocetta a Bronte, – ha commentato il consigliere Valeria Franco – fra mari e monti, ha promesso il mantenimento dell’ospedale, per poi firmare il decreto che oggi combattiamo. Paternò è stato salvato. Non sarà perché li ci sono le amministrative? Sappiate che il comitato dei sindaci deve rilasciare un parere che sul piano sanitario è vincolante. Facciamo tutti tavoli tecnici che volete, ma non solo con l’Asp, ma anche con altri enti come l’Anas che ci lascia percorrere trazzere, non strade”.

“Mesi fa – ha aggiunto il consigliere Gaetano Messina – ho chiesto l’istituzione di una commissione per capire come mai erano fermi i lavori di ristrutturazione dell’ospedale. All’Asp dobbiamo chiedere quando riprenderanno e come saranno spesi i soldi. Ci sono persone nel nostro territorio che si sono salvati grazie a servizi ospedalieri che Balduzzi vorrebbe chiudere”.

“I cittadini – ha detto il consigliere Giuseppe Di Mulo – hanno diritto alla Salute. Tutti hanno amici ministri assessori e presidenti, ma alla fine i risultati sono questi. La colpa maggiore è dell’assessore Gucciardi, la regione sulla nuova rete ospedaliera ci deve spiegazioni.  Inutile cercare firme, è arrivato il momento di battere i pugni sul tavolo”.

“Sono anni che chiacchieriamo sullo stesso argomento. – ha tuonato il presidente del Consiglio comunale di Maniace Salvatore Pinzone Vecchio –  Risolviamo un problema e se ne aggrava un’altro. Chiediamo all’assessore Gucciardi ed al presidente Crocetta di dimettersi”.

L’ospedale Castiglione Prestianni Prestianni – ha affermato il presidente del Consiglio comunale di Randazzo, Antonino Grillo – è l’unico presidio che ci garantisce il diritto alla salute in questo territorio”.

“Tutti – ha spiegato il sindaco di Randazzo, Michele Mangione – condividiamo la stessa idea, perché tutti viviamo i disagi di questo territorio. Bisogna subito riavviare i lavori, ottenere per quello di Bronte lo status di ospedale di comunità montana, perché tale questo territorio è, presentarci alla Regione come deciso giorni fa e far capire ai nostri rappresentanti le nostre difficoltà anche per colpa della viabilità. L’ospedale di Bronte non è più importante di quello di Paternò e viceversa: di certo quello di Bronte però è più distante da Catania”.

Una buona notizia è arrivata dal sindacalista della Cgil, Salvatore Papotto, che ha annunciato che presto i lavori riprenderanno, ma troppe volte questa promessa non è stata mantenuta.

Presenti all’incontro le associazioni del territorio con Giuseppe Gullotta, dell’Unione nazionale consumatori che ha chiesto l’istituzioen di un tavolo permanente che interloquisca con la Regione. “E da 11 anni – ha dichiarato il sindaco di Maniace, Nino Cantali – che trattiamo lo stesso argomento”. Alla fine il sindaco di Cesarò, Salvatore Calì, anche a nome del collega di San Teodoro ha sottolineato: “La politica ha abbandonato il Popolo. Il prossimo incontro deve essere a Palermo. La Salute non si tocca”.